Conclusioni

II processo di digitalizzazione è un percorso ineludibile, ma che in Italia stenta a decollare, richiedendo l’intervento della mano pubblica in misura maggiore che negli altri Paesi, per trasformare l’amministrazione in un’alleata di cittadini e imprese, evolvere le nostre città in luoghi di comunità intelligenti e evolvere il nostro sistema industriale in modo che sia più capace di raccogliere la sfida della competitività digitale.

Nel recente passato una delle cause più rilevanti del ritardo italiano è stata la frammentazione degli interventi che ha portato a duplicazioni e inefficiente uso delle risorse, oltre che a una non interoperabilità e integrazione dei servizi sviluppati.

A questo vuole rispondere questa strategia nazionale che oltre a indicare le nuove iniziative, porta a sistema sinergico le azioni già in essere.

Una strategia nazionale, intesa come regia unitaria che coordini il processo di digitalizzazione a vari livelli facendo leva sulla centralizzazione della spesa in ICT al fine di creare importanti economie di scala che permettano di tradurre i risparmi della spesa corrente in nuovi investimenti e di garantire l’adozione di soluzioni tecnologiche interoperabili, massimizzando le sinergie. La razionalizzazione dell’intero patrimonio pubblico ICT, sia hardware sia software rappresenta un passaggio fondamentale di ammodernamento ed efficienza.

Il ritardo italiano è poi un problema culturale fortemente generazionale e geografico: la popolazione italiana, di cui una grande percentuale è anziana, non utilizza i servizi internet nel Mezzogiorno, sia le imprese sia i cittadini, hanno competenze digitali più carenti rispetto al resto del Paese. Le imprese più piccole, addirittura, palesano livelli di utilizzo dei servizi in rete inferiori a quelli delle famiglie.

Un deficit che compromette la competitività del nostro Paese e che questa strategia affronta sia con opportune politiche di coesione per lo sviluppo delle e-skills in grado di livellare le disparità, sia mediante soluzioni come il progressivo switch-off dei tradizionali canali di interlocuzione con la PA, per andare verso un percorso di innovation by law.

L’analisi del contesto, infatti, registra risultati sensibilmente migliori nei casi in cui i piani di digitalizzazione siano accompagnati dall’obbligo di utilizzare esclusivamente il canale digitale per compiere determinate operazioni, soprattutto per le imprese più piccole, assicurando quindi un rapido aumento nell’utilizzo regolare di internet che nell’arco di piano potrà raggiungere il target comunitario, sebbene con un ritardo di circa 3 anni.

Italia Login, come asse cardine della strategia, rappresenta uno switch-off associato a un grande sforzo pubblico per riprogettare i servizi centrati sugli utenti: è dimostrato, infatti, che per i servizi digitali di informazione, comunicazione e intrattenimento il divario con il resto d’Europa è minore, pertanto, se i servizi della PA sono fatti bene nella logica dell’esperienza utente, anche la domanda di questi aumenterà naturalmente.

Italia Login vuole essere la casa online del cittadino e dell’impresa italiana. Un’unica piattaforma che sostituisca l’eterogeneità dell’offerta attuale e sappia integrare i piani verticali avviati (sanità, scuola, giustizia, ecc.) in un’unica piattaforma di accesso, attraverso il Servizio Pubblico d’Identità Digitale e l’anagrafe nazionale della popolazione residente, che abiliterà la profilazione.

I luoghi della PA devono cambiare forma, devono essere un luogo di accesso al mondo digitale sia attraverso i servizi che, se offerti solo in modalità online portano inevitabilmente tutta la popolazione ad utilizzare il canale digitale, sia favorendo l’accesso a internet in wifi in tutti gli spazi pubblici, partendo da scuole e ospedali. Una misura capace di trasformare il luogo pubblico in un luogo di facilitazione e accompagnamento al digitale. Una Pubblica amministrazione che diventa accessibile e trasparente, grazie al rilancio degli open data offerti dalla PA ai cittadini e alle imprese, anche come occasione di nuova imprenditoria. Questa strategia vuole rappresentare un nuovo modo di concepire il ruolo del pubblico come volano del mercato e al servizio del cittadino, sapendo che il digitale è sinonimo di efficienza, trasparenza, crescita, lotta all’evasione, ma che è soprattutto la porta per il nostro futuro.