Organizzazione

Il Governo ha operato recentemente interventi di semplificazione della governance dell’Agenda Digitale Italiana (ADI), al fine di assicurarne una maggiore efficacia. Ulteriori semplificazioni saranno realizzate in sede di attuazione della Legge 7 agosto 2015, n. 124 “Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche” (GU Serie Generale n.187 del 13/08/2015).

La titolarità della responsabilità dell’Agenda Digitale Italiana è del massimo livello politico, il Presidente del Consiglio dei Ministri, anche attraverso il proprio Consigliere all’Innovazione, che la condivide con il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, sulla base di espressa delega.

Al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione è assegnata la vigilanza sull’Agenzia per l’Italia Digitale, che è chiamata ad assicurare il conseguimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Italiana, anche attraverso il coordinamento delle amministrazioni centrali e locali.

AgID assicura la necessaria integrazione fra la strategia nazionale e i piani operativi regionali per evitare l’eccessiva frammentazione degli interventi

sperimentata in passato. Una grande opportunità capace di sfruttare sinergie e razionalizzare le risorse impiegate.

L’Agenzia è quindi il braccio operativo della Presidenza del Consiglio dei Ministri che, ai sensi della legge istitutiva (L.n. 134/12) coordina l’attuazione della presente strategia e ha la responsabilità di assicurare sotto il profilo dell’efficacia ed economicità il raggiungimento complessivo degli obiettivi, anche monitorando l’attuazione di tutti i piani avviati per la digitalizzazione del Paese.

Riguardo la verifica ex ante delle iniziative e dei progetti ICT della PA è prevista la predisposizione da parte di AgID di un piano triennale comprensivo delle relative fonti di finanziamento associate, che sarà sottoposto all’ approvazione del Presidente del Consiglio dei Ministri. Il piano degli acquisti verrà invece centralizzato su Consip e sui soggetti aggregatori (es. centrali d’acquisto regionali) e dovrà essere coerente con quanto previsto nella pianificazione triennale.

L’Agenzia stessa mediante un processo di verifica ex post assicurerà sia un monitoraggio puntuale dello stato di avanzamento dei progetti e del raggiungimento dei risultati prefissati dalle Amministrazioni nel piano triennale che eventuali interventi correttivi.

La governance centrale

La governance centrale

Ai fini dell’attuazione della strategia assumono un ruolo di rilievo, fra gli altri:

  • il Ministero dello Sviluppo Economico per quanto concerne la strategia nazionale per la banda ultralarga, i programmi per la competitività delle imprese e gli interventi sulle Smart Cities;
  • il Dipartimento della Funzione Pubblica relativamente alle iniziative di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione;
  • il Dipartimento per gli affari regionali e le autonomie, insieme alla Conferenze Stato Regioni ed Unificata per il coordinamento del territorio;
  • il Ministero della Salute relativamente alle iniziative di e-health contenute nel «Patto per la Salute»;
  • il Ministero dell’Istruzione, della Università e della Ricerca per le iniziative sul sistema scolastico e universitario, nonché per la citata smart specialization;
  • il Ministero dell’Economia e della Finanza per quanto concerne la centralizzazione della programmazione e della spesa, nonché per la collaborazione operativa delle proprie società in house SOGEI e CONSIP;
  • il Ministero della Giustizia sia relativamente alle iniziative per il «processo telematico», sia più in generale per la digitalizzazione del settore «giustizia»;
  • il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, per lo sviluppo delle aree rurali attraverso il digitale, considerando che anche il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale concorre a finanziare la presente strategia;
  • L’Agenzia per la Coesione considerata la natura dei finanziamenti della presente strategia, eserciterà i suoi poteri di coordinamento e controllo della spesa valutando e indirizzando i piani regionali, nonché monitorando l’attuazione della misura e analizzando i dati pubblicati dal Ministero dello sviluppo economico;
  • la Banca d’Italia per le iniziative sulla digitalizzazione dei pagamenti;
  • ANCI per quanto riguarda il coordinamento dei comuni con specifico riferimento al programma smart cities and communities.

Le Regioni e le Province Autonome hanno competenza diretta in materia e gestiscono le risorse destinate al finanziamento della strategia, realizzando anche autonomamente i piani.

È evidente, in ogni caso, che l’Obiettivo Tematico Agenda Digitale è per sua natura trasversale e avrà bisogno quindi di grande coordinamento e visione unitaria con tutte le amministrazioni centrali e locali nella sua attuazione.

Nel passato il coordinamento fra Amministrazioni centrali e locali è stato inadeguato, con risultati da migliorare sia sotto il profilo dell’economicità sia della qualità e tasso di utilizzo di prodotti e servizi realizzati.

L’Agenzia per l’Italia digitale vuole, dunque, promuovere un nuovo e mutato rapporto tra le amministrazioni centrali e quelle locali, basato su una cooperazione orizzontale virtuosa, fondata sulla co-progettazione dei servizi per definire standard comuni, anche partendo dalle migliori pratiche.

La cooperazione fra le Amministrazioni consentirà di valorizzare le risorse e le professionalità già al servizio delle amministrazioni sui territori per completare il processo di digitalizzazione del Paese.

Proprio in tale prospettiva la Strategia per la Crescita digitale, come quella per la Banda Ultra Larga, è stata oggetto di un ampio confronto con le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano, promosso ed organizzato da AgID a partire da novembre 2014 e per tutto il 2015, tramite incontri con i rappresentanti delle strutture competenti per la programmazione e gestione dei fondi strutturali e di quelle preposte alla definizione ed attuazione delle agende digitali.

Per la verifica di coerenza sono state illustrate e motivate le scelte effettuate dalle Regioni nei PO progressivamente approvati e condivise le azioni complementari su fondi ordinari pianificate o da mettere in campo per la convergenza sugli indirizzi ed obiettivi nazionali; sono stati presi reciproci impegni di cooperazione e co-progettazione finalizzati ad aggiornare in itinere i PO per l’allineamento alle strategie nazionali.

Per garantire il presidio della strategia e la coerenza con i processi di riforma, come previsto dall’Accordo di Partenariato, è stato istituito il Comitato di Pilotaggio per il coordinamento degli interventi OT11 e OT2, incardinato presso il Dipartimento della Funzione Pubblica, di cui fanno parte, oltre ai rappresentanti delle Amministrazioni centrali responsabili della gestione dei Programmi Operativi e di quelle che coordinano i Fondi strutturali, la Commissione europea (DG Politica regionale e urbana e DG Occupazione, affari sociali e inclusione), tre rappresentanti regionali (Lombardia, Sardegna, Sicilia) e l’AgID.

L’Agenzia sta inoltre promuovendo azioni che concorrono al coordinamento e al supporto delle Regioni e degli Enti locali, in particolare nella fase di progettazione e attuazione degli interventi, come, ad esempio, la creazione di Unità di progetto territoriali, intese come strumento per il conseguimento degli obiettivi programmatici dell’ente, in primis la promozione ed attuazione dell’Agenda digitale italiana: a partire dal 2014 l’Agenzia ha infatti sottoscritto diverse convenzioni con i soggetti territoriali ed ha reso operative le prime tre Unità.

Un ulteriore strumento di cooperazione inter-istituzionale attivato è rappresentato dal Protocollo d’intesa sottoscritto a marzo 2015 dalle Regioni del Centro-Italia e da AgID, con la finalità di attuare le iniziative dell’Agenda digitale nell’ambito della programmazione 2014-2020 con un percorso collaborativo che, in particolare, definisce tra le parti impegni condivisi per l’attuazione di azioni interregionali di sistema, individua e sviluppa soluzioni e prassi comuni, monitora i risultati ottenuti per la Crescita digitale.

Analoghi accordi e intese saranno stipulati per il coordinamento in aree territoriali omogenee e/o per il conseguimento di obiettivi specifici legati alle singole linee previste dalla Strategia per la Crescita digitale.

Come per i precedenti periodi di programmazione, saranno utilizzati gli Accordi di Programma Quadro, quali strumenti attuativi della programmazione che garantiscono la convergenza delle risorse di settore provenienti da fonti finanziarie diverse (ordinarie, aggiuntive; regionali, nazionali, comunitarie, ecc.) su iniziative condivise, assicurando la complementarietà delle azioni e il monitoraggio e la verifica sull’attuazione e sui risultati conseguiti.

Si consideri infine che il Comitato di Indirizzo di AgID è l’organo di indirizzo strategico ed è composto da rappresentanti dei vari livelli istituzionali (PAC e Regioni): presieduto dal rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Comitato delibera, in particolare, sul modello strategico di evoluzione del Sistema Informativo della Pubblica Amministrazione, individuandone le priorità di intervento anche sulla base delle disponibilità finanziarie, e ne monitora l’attuazione.

La collaborazione deve estendersi anche al settore privato e civico. Le associazioni di categoria insieme a tutti gli stakeholders sono chiamate a contribuire anche attraverso azioni di sostegno endogene, ad esempio “adottando un’impresa per il Digitale”, ovvero attraverso una contaminazione all’uso degli strumenti fra le realtà più progredite tecnologicamente e le più arretrate, affinché le più avanzate possano aiutare soprattutto le PMI a conoscere e utilizzare al meglio le opportunità offerte dal digitale.

In questo quadro, il Digital Champion contribuirà alla disseminazione e divulgazione dei risultati, nonché alle attività di comunicazione pubblica a supporto.

Le criticità nell’attuazione delle misure ICT nell’ambito dei Fondi strutturali che interessa l’intera PA (Ministeri e Regioni) sono state riconosciute nel più ampio quadro della strutturale difficoltà nella spesa dei fondi UE ed una diffusa inadeguatezza a realizzare politiche pubbliche in modo efficace e tempestivo a causa di un eccessivo carico burocratico e legislativo.

L’impegno di miglioramento di questa situazione si è concretizzato, nell’ambito del ciclo di programmazione 2014-2020, in un’azione diretta rappresentata dal Piano di Rafforzamento Amministrativo (PRA), che si configura come principale strumento a servizio delle Amministrazioni per migliorare la gestione delle proprie politiche e per avviare in modo coordinato una riforma della gestione dei fondi strutturali. I PRA sono inoltre riconosciuti dalla Commissione Europea come uno strumento per attuare la strategia di miglioramento amministrativo, organizzativo e tecnico per aumentare l’efficacia nell’attuazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali

I PRA sono definiti dalle Amministrazioni titolari dei programmi operativi 2014-2020, cioè le Autorità di Gestione, di concerto con gli Organismi intermedi.

Per la redazione dei PRA le Amministrazioni sono state supportate dalle Linee guida condivise con la Commissione europea e trasmesse dal Dipartimento per lo sviluppo e la Coesione economica alle Autorità di gestione dei programmi operativi 2014-2020 l’11 luglio 2014.

Il PRA parte dall’analisi dell’esperienza passata e dei principali problemi di varia natura verificatisi nell’attuazione della programmazione 2007-2013 riguardo alle principali tipologie di spesa, quantificandone gli effetti, definendone l’origine e la natura e propone dei significativi correttivi sul piano legislativo, procedurale ed organizzativo, che portino a precisi risultati quantificati e verificabili. Esso mira ad identificare le misure di semplificazione e di razionalizzazione del processo di decisione pubblica volto alla tempestiva ed efficace attuazione dei Programmi operativi.

Con tale strumento le Regioni e le Province Autonome e le Amministrazioni centrali, pur differenziandosi nel contesto territoriale e legislativo in cui operano, per la soluzione delle diverse criticità nell’attuazione delle misure nell’ambito dei Fondi strutturali, hanno individuato obiettivi di miglioramento e tre diverse aree di intervento comuni:

  1. interventi di semplificazione legislative e procedurali, destinati a ridurre tempi, sforzo lavorativo e i costi, laddove esse comportino reiterazioni e sovrapposizioni e ridondanza di adempimenti, al fine di rendere più rapido e trasparente l’iter di preparazione e realizzazione degli interventi. In particolare alcuni interventi si pongono come obiettivo l’abbattimento dei costi burocratici attraverso l’attuazione di provvedimenti finalizzati alla smaterializzazione e digitalizzazione delle procedure amministrative. Si tratta in questo caso anche dell’attuazione del “Codice dell’amministrazione digitale”, come pure di un utilizzo più intensivo della firma elettronica, della modulistica elettronica, della corrispondenza elettronica, della posta elettronica certificata (PEC) e l’adozione di workflow specifici, che permettano lo svolgimento online dei procedimenti amministrativi.
  2. interventi sul personale dell’Amministrazione coinvolto nell’attuazione dei Programmi finanziati dai Fondi SIE 2014-2020 che necessitano sia un adeguamento delle competenze interne di alto profilo sia qualitative che quantitative per la gestione amministrativa, sia un risparmio di personale amministrativo legato alla contemporanea semplificazione e riduzione di steps procedurali sia in termini di quantità del personale e della qualità e appropriatezza delle sue competenze tecniche, sia in termini di una opportuna collocazione del personale nella struttura organizzativa dell’Amministrazione e di una revisione delle modalità e degli strumenti di lavoro. L’adeguamento delle dotazioni organiche delle strutture impegnate nella programmazione comunitaria 2014-2020 è raggiunto, per esempio, attraverso azioni di riorganizzazione interna, intensificazione delle attività formative (che possano garantire l’aggiornamento, l’implementazione e l’acquisizione di competenze altamente specializzate) e selezione di nuovo personale attraverso procedure selettive pubbliche;
  3. Interventi tesi a rafforzare le funzioni trasversali e gli strumenti comuni alle amministrazioni che permettono una migliore e comune utilizzazione degli strumenti informatici e telematici, migliori capacità di comunicazione e taglio dei tempi di lavoro in comune e condiviso.

Gli interventi su cui si stanno impegnando le amministrazioni sono in molti casi:

  • una maggiore informatizzazione delle procedure;
  • un maggior utilizzo della trasmissione telematica dei dati tra amministrazione e beneficiari con progressiva eliminazione del supporto cartaceo;
  • l’estensione dell’utilizzo di modulistica standard e di procedure informatizzate alle nuove strutture attuatrici coinvolte nella realizzazione del POR FSE 2014-2020;
  • trasparenza e informazione delle azioni collegate al PO e del loro progressivo stato di avanzamento.

È da rilevare che dall’esame dei PRA delle Regioni e Province Autonome e delle Amministrazioni centrali - la cui redazione e approvazione, nella maggior parte dei casi, è stata precedente alla pubblicazione della Strategia per la Crescita Digitale 2014-2020 - emerge la presenza di interventi convergenti con le azioni ivi descritte. In sintesi, sono oltre trenta gli interventi tra quelli individuati dalle Amministrazioni come strumento di rafforzamento amministrativo che maggiormente si allineano con gran parte delle azioni di Crescita Digitale, in particolare è data rilevanza alle azioni convergenti sull’azione “Razionalizzazione del patrimonio ICT”.

Da quanto evidenziato, si considera quindi l’opportunità del prossimo aggiornamento previsto per i PRA per focalizzare maggiormente le azioni da intraprendere al fine di incidere puntualmente sulle criticità nell’attuazione delle misure ICT programmate nei Programmi Operativi 2014–2020.